Come facciamo a sapere che Dio è realmente presente nelle nostre vite? Lui ci ascolta veramente? Si prende realmente cura di noi?

Per la maggior parte di noi, quando siamo chiamati a rispondere a questo genere di domande, facciamo dipendere la nostra valutazione in larga misura su ciò che è evidente, ovvero sulle evidenze circostanziali. Noi misuriamo il valore di Dio attraverso le benedizioni che Egli ci dona nella nostra vita. Esempio: se il nostro conto in banca è sostanzioso, allora ci sentiamo sicuri e in pieno controllo della situazione. Se i nostri figli crescono sani, allora sentiamo che Dio ha risposto alle nostre preghiere. Se il nostro lavoro va bene e la nostra carriera va a gonfie vele, ci sentiamo benedetti. Se il nostro matrimonio è solido e felice, ci sentiamo amati da Lui.

Ma quando ci capita di attraversare momenti di difficoltà, come ci comportiamo? Se valutassimo tutto secondo le evidenze circostanziali, ci setiremmo frustrati e scoraggiati ogni qualvolta le cose non vadano per il verso desiderato. Il nostro morale scenderebbe e ci sentiremo scoraggiati a ogni difficoltà. Se ragionassimo sempre secondo le evidenze circostanziali, diventerebbe difficile per noi continuare a confidare e a credere in Dio. E cominceremmo perfino a mettere in dubbio il fatto che Egli sia realmente al nostro fianco.
Il risultato di questa mentalità è una fede che vacilla come l’onda del mare. Il nostro entusiasmo per Dio è simile a un mercato azionario, che sale e scende, a seconda della nostra situazione lavorativa, sentimentale e familiare. Anche le opinioni degli altri hanno un effetto su di noi.

Un amico che possiede un’agenzia pubblicitaria, una volta ha avuto un cliente che gestiva quella che sembrava essere una fiorente attività. Curioso di conoscere alcune delle ragioni del suo successo, spesso l’amico gli chiedeva perché le cose andassero così bene. La risposta del cliente era sempre la stessa: “Credo che Dio mi ami.” Il suo sorriso ed esuberanza erano così contagiosi che l’amico non contestò la sua teologia. Anche se avrebbe desiderato farlo.

Un anno dopo, mi capitò di aprire il giornale e di leggere un articolo che aveva per protagonista quel cliente. L’imprenditore “di successo”, era stato arrestato per appropriazione indebita ed era stato accusato di aver rubato centinaia di migliaia di euro ai suoi clienti. Incapace di affrontare i suoi debitori, egli aveva deciso di darsi alla latitanza. Purtroppo, non credo che ci sia stata mai la possibilità di condividere con lui un messaggio importante: “Dio ti ama ancora”.

Le benedizioni di questo mondo non sono affatto della stessa misura del grado di amore che Dio ha per noi. Allo stesso tempo, le sfide più o meno complicate che affrontiamo nella nostra vita non sono una chiara indicazione sul fatto che Dio stia ritenendo il suo favore verso di noi.
La vera vittoria che fa la differenza nella nostra vita è che Gesù è morto sulla croce e, per coloro che credono in Lui, i nostri peccati sono stati perdonati. Sicuri che un giorno vivremo per sempre alla Sua presenza.
Se i nostri atteggiamenti cambiano con le circostanze della vita, è segno che stiamo perdendo la nostra presa su cio’ che è il vero obiettivo finale.
Quando si tratta del nostro rapporto con Dio, dobbiamo imparare a concentrarci meno sulle sue “donazioni” e di più sulla sua “presenza” nella nostra vita.
In realtà, non c’é nulla di più convincente per dimostrare la nostra fede viva e gioiosa a quelli intorno a noi anche quando ci troviamo nel bel mezzo delle avversità.
Stiamo lasciando che le preoccupazioni di questo mondo ci portino verso il basso? In questo processo, lasciamo affievolire la nostra testimonianza? Oppure, anche in mezzo alle grandi tempeste, continuiamo a riempire le nostre vite con la speranza e la gloria del piano di Dio?